
Trasformare il dolore in un seme di speranza non è un auspicio ma un dovere. Un gesto di vera umanità. E solo chi ha sofferto in prima persona sa cosa può provare chi rischia di trovarsi a vivere un’esperienza analoga. Ed è così che Maurizio e sua moglie Severina hanno virato i colori tetri del lutto in un ardito arcobaleno ricco di speranza. La scomparsa del loro secondo figlio Lorenzo, portato via alla fine di agosto da un male incurabile, ha rappresentato il culmine di un calvario. Non certo la fine di una tragica esperienza. Semmai la prima, dolorosissima, tappa. Cui ne seguiranno altre altrettanto difficili da affrontare. Nel 2009 al piccolo Lorenzo è stato diagnosticato un male terribile. E da allora la sua famiglia, che si completa con Giulia poco più che ventenne, ha fatto la diretta esperienza di un mondo che nessuno vorrebbe conoscere ma che nasconde al suo interno persone di immensa umanità, ricche di abbondante altruismo e di valore professionale. Nel caso del piccolo Lollo, l’ambiente in questione sono i reparti di Neurochirurgia infantile, di Radioterapia oncologica e di Oncologia pediatrica del policlinico Gemelli di Roma. Qui Maurizio, Severina e Giulia hanno incontrato, nel corso degli anni, persone che non soltanto hanno fatto di tutto per salvare Lorenzo ma hanno anche aiutato la sua famiglia a vivere nel miglior modo possibile questa terribile esperienza senza rimanerne psicologicamente schiacciati. Subito dopo l’ultimo saluto a Lollo nella gremitissima cattedrale di Velletri, i Caschera hanno capito che era venuto il momento di trasformare quella compattezza nel dolore, quella solidarietà diffusa,
quella disponibilità a condividere il lutto
in qualcosa di più concreto.

Non si incontra tutti i giorni il coraggio.
Io, oggi, l’ho incontrato. Si chiama Lollo.
L’ho incontrato negli occhi e nelle mani e nella voce di chi ti ha amato e ti ama ancora.
L’ho incontrato nel sussurro di una bimba, che sorridendo, mi ha rivelato piano:
“E' diventato un angelo”.
L’ho incontrato in mezzo al petto
di tuo padre e di tua madre.
L’ho incontrato oggi - e non è un caso - Lollo, il tuo coraggio!
Grande, come la luna piena che fende il buio.
Forte, come l’onda che si infrange
e si divide.
Caldo, come il sole che matura
il grano.
Bello, come l’amore che ci hai donato.
Vivo, ancora vivo, sempre vivo, come te!
Clara Lorenzini "Il coraggio di Lollo” 26.11.2015
